Aggiornamenti dei progetti

Caritas Antoniana grazie ai suoi benefattori ha portato una nuova speranza in questo centro medico!

Ci scrivono:

De tout cœur nous remercions Caritas Antoniana et la générosité de tous vos bienfaiteurs. Nous sommes très heureux du bon climat de collaboration et de l’encadrement que nous avons reçu de vous à travers vos remarques, corrections et conseils. L’argent a été bien dépensé et le résultat est là. Ce nouveau bâtiment va apporter un plus à notre lutte commune contre la maladie et il est un objet de fierté pour le village de Kalenda. D’ailleurs plusieurs personnes, de passage, s’arrêtent devant ce beau bâtiment pour prendre une photo souvenir.  Toute la population de Kalenda et des villages voisins vous expriment, par ma voix, leur profonde gratitude.

Abbé Felicien Ilunga Mayamba

Président de l’ADK/ONG

I lavori procedono...

La sala operatoria è già a buon punto...

Siamo al tetto!!

Il progetto in sintesi

La salute non guarda il credo religioso... Questo progetto ce lo dimostra!

L’associazione ADK è una ONG che non appartiene ad alcun credo religioso e vuole solo il bene della popolazione, anche se molti sono cattolici. Ne fanno parte anche alcuni sacerdoti.

Il Centre hospitaler de Kalenda si trova nel territorio di Luilu, nel distretto di Kabinda, Kasai orientale. E’ gestito da ADK gestisce ed è stato costruito qualche decennio fa.

La popolazione di Kalenda è tra le più povere del Congo. Il primo ospedale si trova a 30 Km ma la popolazione non può raggiungerlo che a piedi, mancando strade e mezzi di trasporto.

20 anni fa è stato costruito questo piccolo centro medico, per combattere le malattie e limitare il tasso di mortalità. E’ l’unico in tutto il villaggio ed è diventato troppo piccolo per accogliere tutti, considerato anche il grande numero di rifugiati che arrivano quotidianamente.

E’ urgente ristrutturare il centro per avere uno spazio adeguato per la maternità con una sala operatoria per i cesarei, appendiciti e ernie.

Qui ci sono già due stanze che servono per la maternità: sono però molto piccole e possono solo accogliere 4 donne ciascuna. Non ci sono le condizioni igieniche necessarie. Si conta il 78% di bambini nati morti e per quelli che si salvano il 68% ha gravi infezioni. 2/3 delle donne che partoriscono con il cesareo sono quasi condannate a morte. Con l’arrivo dei profughi, il centro accoglie ogni settimana una media di 36 donne incinta e i posti sono solo 8.

Vi lavorano due infermiere, due infermieri, un ginecologo, un medico generico, 4 ostetriche.

Si vorrebbero costruire 8 stanze con 6 posti letto ciascuna, migliorare le condizioni igieniche nei bagni e nell’impianto elettrico e acquistare il necessario per la maternità. La costruzione è già cominciata.

Il contributo dell’associazione servirà per acquistare i pannelli solari, lampade, portalampade, filo, interruttori, stabilizzatori, batterie, pagare la manodopera degli elettricisti e acquistare altri materiali per completare l’impianto elettrico.

Mentre il contributo locale consisterà nella manodopera, trasporto del materiale da costruzione e nei lavori di ristrutturazione.

Referente: Mr. Felicien Ilunga Mayamba