Mises à jour de projets

Molte cose potremmo scrivere su questo progetto. Ma lasciamo la parola a Dilane...

Dilane è un esempio di ciò che possiamo ottenere quando sosteniamo un migrante e gli diamo un'opportunità.

"Sono Dilane, ho 49 anni, ho sei figli. Sono arrivata in Cile 3 anni fa nel 2016.

Quando sono arrivata non sapevo nulla di spagnolo. Grazie a Dio avevo un amico che mi ha spiegato dove c'era un corso di spagnolo presso la Chiesa dell'Immacolata Concepción de San Ramón.

Ci sono andata senza pensare, ma il corso è stato eccellente grazie a questo programma! Ho superato per la prima volta l'esame gratuito e l'anno scorso ho terminato la mia licenza media. 

Sono molto orgogliosa dei risultati raggiunti e vorrei tanto che tutte le donne facessero questa esperienza!

Voglio davvero imparare sempre di più, tenere viva la mia mente per imparare e fare tante cose.

Ho solo bisogno di aiuto, ma quello che mi è stato offerto come possibilità è davvero buono. Questo è proprio quello di cui avevo bisogno.

Voglio dire grazie a tutte le persone che si sono impegnate per questo programma.

Ringrazio Dio e chiedo a tutte le donne di prendersi cura di loro durante la loro vita, grazie. ”

 

(Dylane è entrata a far parte dei programmi della Fondazione 3 anni fa. Ha seguito i corsi di spagnolo, gli esami gratuiti e completato il liceo. Grazie alle opportunità che ha ricevuto di studiare e al supporto fornito dalla comunità e dalla Fondazione, Dylane oggi sta raggiungendo i suoi sogni ed è anche un esempio per i suoi compatrioti.)

P. Christian scrive una lettera per informare su tutta la situazione

Trovate tutta la lettera cliccando su "resoconto parziale".

In realtà non si tratta del resoconto, ma di un aggiornamento su quanto stanno vivendo in Cile. 

Buona lettura!

Ci scrive P. Christian:

Carissima Silvia, spero tanto che la situazione in Italia possa volgere presto alla normalitá, anche se sappiamo che il “normale” bisognerá reinventarlo. E spero che la sua famiglia e la famiglia della Caritas non abbiano avuto conseguenze maggiori e perdite da lamentare.

Qui la situazione é tranquilla, la quarantena é pressoché volontaria e da un mese sono chiusi tutti i luoghi e attivitá pubbliche, anche se c’é troppa libertá di muoversi e ognuno sceglie il proprio livello di isolamento.

Circa l’80% degli haitiani é ora senza lavoro. Stiamo facendo il possibile per proseguire con classi on-line con zoom, cosí come gli haitiani stessi ci stanno chiedendo. Oltre all’obiettivo di tenerli occupati e di far sentire loro che possono migliorare la loro situazione anche in un tempo di crisi, c’é anche l’obiettivo di poter concludere il progetto piú o meno nei tempi prestabiliti, per la preoccupazione di ció che succederá giá a partire da maggio, e ancor piú nei mesi invernali da giugno in poi, con molti migranti senza lavoro e senza soldi. 

Dal punto di vista abitazionale, stiamo accelerando l’acquisto di una casa da parte della parroquia, una idea alla quale stiamo lavorando giá da un anno e mezzo, con 7 stanze da poter affittare ad haitiani, per permettere affitti secondo la necessitá e abitazioni degne.

Dal punto di vista lavorativo, l’idea piú interessante per ora sembra essere quella di promuovere corsi di preparazione a lavori immediati, come ai “vecchi tempi”, che potrebbero essere di cucina, barberia, saldatura per intenderci, qualcosa che dia la possibilitá di mantenersi con piccoli lavoretti nei mesi in cui potrebbe essere difficile trovare un lavoro stabile. 

E per quel che riguarda l’emergenza alimentare, per ora siamo intervenuti con una quindicina di famiglie (14 haitiane e una venezuelana) che giá si trovavano senza viveri, coordinando con la Pastorale Sociale della diocesi, e con una decina di altre famiglie con la solidarietá parrocchiale. Ora abbiamo lanciato un progetto di donazioni nelle reti sociali e qualcosina sta arrivando, perché con la chiesa chiusa non abbiamo donazioni di prodotti alimentari e dobbiamo trovar la maniera di comprare scatole di alimenti con le offerte che possono arrivare... soprattutto preparandoci ai prossimi mesi.

Questo in breve sintesi, per tenerci aggiornati in un tempo difficile e di cambi abbastanza radicali. In Cile é da ottobre, da quando é cominciata la “rivoluzione sociale”, che i cambi si susseguono e la calma va cercata nel fondo dell’anima, ma andiamo avanti con coraggio.

Augurando pace ed ogni bene a tutti voi!

p. Christian

Breve aggiornamento sul progetto da P. Christian:

Salve!

Il progetto va giá nella sua seconda tappa. A fine anno alcuni haitiani che abbiamo accompagnato con classi di rafforzamento nelle loro lezioni pomeridiane hanno ricevuto il loro diploma di maturitá. Una parte proseguirá studiando con borsa di studio, per ottenere diplomi professionali e universitari, altri usufruiranno del diploma per cercare un lavoro migliore.

In queste tre settimane abbiamo sospeso quasi tutte le classi perché la parrocchia é chiusa. Poi da marzo a maggio completeremo i corsi, in particolare quelli in preparazione al riconoscimento del titolo di licenza media. 

Grazie per la vostra presenza nella nostra vita!

Vi raccontiamo il primo resoconto attraverso una testimonianza:

Mi presento: il mio nome è Fernanda Menares, una studentessa del quinto anno del corso di laurea in Assistenza sociale all'Università Alberto Hurtado. Durante l'anno accademico 2019 ho svolto il mio tirocinio presso l'Istituto cileno di migrazione cattolica (INCAMI) fornendo supporto nell'area di scambio di occupazione e area socio-legale.
Ho compreso subito che gli immigrati haitiani hanno una serie di difficoltà rispetto ad altre nazionalità immigrate, poiché sono particolarmente esposti a pratiche di discriminazione razziale, perché arrivano in un Paese che possiede una cultura e una lingua completamente diversa, e ciò porta ad incrementare più di un abuso nei loro confronti. Tutto ciò rende ancora più complessa la piena accoglienza e l'integrazione nella società.
Come risultato di quanto sopra, INCAMI appoggia l'iniziativa per sostenere la comunità di immigrati haitiani attraverso la Welcome Brother Foundation, da cui sono stata invitata a partecipare come tirocinante.
Nel corso dell'anno ho seguito la comunità di immigrati haitiani del comune di San Ramón, in particolare in relazione alla guida sulle procedure di immigrazione che devono svolgere per regolarizzare la loro situazione nel Paese.
Voglio ringraziare lo spazio che la Fondazione mi ha dato per potermi esibire professionalmente e soprattutto per avermi dato la possibilità di conoscere la comunità haitiana in Cile.

Di fronte allo scenario attuale in cui ci troviamo è necessario formare un impegno sociale con questa comunità di immigrati, poiché i problemi sociali che sorgono nei confronti dei soggetti esclusi o invisibili devono sollevare punti di interesse e sforzi da parte dell'intera società cilena.

(nelle foto, alcune immagini dei laboratori svolti)

Le projet

Promuove questa richiesta la Pastorale dei Migranti che è impegnata nella creazione di una ‘Fondazione’ di assistenza sociale lavorando in collaborazione permanente con INCAMI, l'Istituto cileno cattolico di migrazione, specializzato nell'attenzione agli haitiani in diverse aree: di prima necessità, occupazione, consulenza legale, alloggio, accompagnamento umano e spirituale, salute e istruzione.

Inizialmente le richieste dei migranti erano per dormire e mangiare, ma da questa esperienza, si è capito che le necessità andavano oltre: ricerca di un lavoro, consulenza legale per le procedure di immigrazione, orientamento in materia di leggi sul lavoro, come accedere alla salute, convalidare gli studi e accedere all'alloggio, ma soprattutto quello di rompere l'ostacolo principale, la barriera linguistica, cioè, per imparare la lingua spagnola.

Il Progetto è rivolto ai migranti di nazionalità haitiana e vuole essere un contributo significativo per accedere alla regolarizzazione dei loro studi e / o alla convalida dei loro titoli professionali.

 

Référent: Fr. Christian Borghesi ofm conv