Actualizaciones de proyectos

Sr. Christine ci racconta la fase conclusiva del progetto:

Abbiamo acquistato la parte mancante degli strumenti per il lavoro. 

Possiamo dire che è andata bene senza grosse difficoltà. Il comitato ha poi distribuito a ciascun membro del gruppo la sua quota, necessaria per continuare e completare le attività rurali. I risultati sono visibili nelle foto.

Possiamo dire che il progetto è stato portato avanti con successo perché ha prodotto frutti per il miglioramento della salute della popolazione e in particolare a beneficio del villaggio di Nganda Ikulu.

Abbiamo sperimentato difficoltà organizzative, sanitarie e culturali.

- La pandemia di Covid19 ha cambiato il modo in cui lavoriamo e ci comportiamo. La paura che questa malattia ha creato nella mentalità delle persone ha fatto sì che tutte le attività rallentassero - Il nostro villaggio come il resto del paese non è sfuggito alla situazione.

- Incomprensioni e interpretazioni, e a volte sorprese, nelle scelte dei piccoli gruppi. Per alcuni, questo è un comportamento discriminatorio e ingiusto nei confronti di altri. E questo ha creato tensioni.

- Questa divisione del lavoro per gruppi molto piccoli ha avuto un impatto molto negativo sulla coesione sociale e familiare nel villaggio.

Ma siamo molto contenti e GRATI A VOI per la vostra generosità e siamo certi che questo progetto porterà tanto bene tra la nostra gente.

Dio vi benedica!

Sr. Christine

Primo resoconto: raccontato da Sr. Christine

I lavori sono iniziati non appena abbiamo ricevuto la prima rata. 

Quindi la tranche è stata utilizzata principalmente per l'acquisto di parte degli attrezzi e parte dei semi per avviare le attività.

La distribuzione è stata effettuata alle persone del gruppo target contemporaneamente alla formazione fornita dall'agronomo.

Come mostrato nelle foto, le attività sono iniziate con la pulizia, l'abbattimento di alberi e ceppi e lo sgombero dei campi.  A seconda dei semi, si formeranno i solchi per il lavoro di semina.

Non possono mancare le difficoltà nella vita degli uomini, soprattutto in una comunità dove la fame devasta piante e persone.

- Esiste un conflitto di gelosia tra gli abitanti, che non capiscono la selezione di un piccolo gruppo per questo lavoro quando la popolazione è numerosa. Stiamo spiegando il perché in base all'esigenza della Caritas di garantire efficienza nella produzione. Tuttavia, gli scontenti sono numerosi.

- La psicosi della pandemia non lascia nessuno libero. Lavoriamo spaventati.

- La situazione sociale ed economica è la causa dell'instabilità monetaria nel mercato. Stiamo assistendo all'aumento dei prezzi sul mercato ogni giorno.

El proyecto

Nganda-Ikulu, è un grande villaggio dove le suore hanno costruito una comunità e possiedono una vasto terreno agricolo ed una competenza abbastanza ricca da poter aiutare i contadini locali. La popolazione è di circa 12.850 abitanti, colpita da una grave crisi alimentare: circa il 68% dei bambini, tra gli 0 e gli 8 anni muore di malnutrizione.

Il vasto terreno a disposizione è fertile ma la gente continua a morire di fame perché non è in grado di sfruttare adeguatamente la terra, vi è mancanza di attrezzature, di sementi e di una forza lavoro qualificata. Ecco perché Sr. Christine ha decisodi combattere questa sfida che distrugge la salute mentale e fisica della popolazione”.

Con questa richiesta, si è pensato di far partire un primo gruppo ‘pilota’, composto da 6 persone, 3 donne e 3 uomini, selezionate in base ai seguenti criteri: sono note al comitato e alle suore, bisognose, padri e madri di famiglie stabili con residenza fissa nel villaggio, hanno una buona esperienza nelle attività rurali da molti anni, sono responsabili e dedite al lavoro. Hanno già organizzato un Comitato di gestione e individuato l’agronomo che seguirà i lavori: formazione del gruppo target e formazione sulle nuove tecniche agricole, sullo stoccaggio dei fertilizzanti, sull’economia del lavoro, la conservazione dei semi e metodo e tecnica di produzione e consumo. 

A ciascun contadino verrà dato 1 ettaro e dopo il primo raccolto dovrà restituire al comitato il 10% della sua produzione, come fondo di gestione dello stesso. La richiesta a C.A. riguarda pertanto l’acquisto degli utensili: zappe, machete, annaffiatoi, picconi; di semi: mais, arachidi, manioca, riso e cipolle, e fertilizzanti chimici e insetticidi.

Referente: Sr. Christine Tshibangu-a-Mulaj, Soeurs Servantes du Fils de Dieu