Carissimi benefattori,
Vorrei esprimere infine, da parte di tutti i colleghi agricoltori che hanno beneficiato dei vostri aratri, una grandissima gratitudine. Forse per voi è difficile capire, ma un aratro, anche tirato da un asinello, riduce la fatica del contadino in maniera sostanziale. Lì dove con la zappa avrebbe messo 4 giorni di sudore, in un solo giorno di lavoro tranquillo produce un migliore risultato. Infatti una delle prerogative dell’aratro è che seppellisce l’erba verde del campo che poi diventa materia organica preziosa. La zappa invece strappa l’erba e la lascia seccare al sole disperdendone la materia organica.
Nella nuova serie di aratri, ho anche inserito, di mia propria invenzione, un piccolo seminatore. Si tratta di un’esperienza assolutamente nuova che domanda un collaudo annuo. Potrebbe alleviare enormemente anche il lavoro della donna. E’ la donna infatti che deve seminare, facendo un buco con la zappa e poi seppellendo il grano col piede. Dura impresa sotto il sole cocente. Il piccolo seminatore invece è integrato sul retro dell’aratro e azionato da un freno di moto che il contadino aziona a dovere. L’aggeggio poi si adatta sia alla semina del miglio con apertura di uscita minuscola; sia alla semina dell’arachide che esige un’apertura di uscita più larga.
E per finire vi ricordo che su circa 40.000 capi famiglia aderenti alla federazione delle banche dei cereali, solo una piccola parte possiede l’aratro. Ma come dice il proverbio: “E’ un filo d’erba dopo l’altro che l’uccello costruisce il suo nido!”
GRAZIE, GRAZIE DI CUORE
P.Franco Martellozzo