Il progetto è terminato... anche se NON è terminata l'emergenza.... | Caritas Sant'Antonio ONLUS

Il progetto è terminato... anche se NON è terminata l'emergenza.... | Caritas Sant'Antonio ONLUS

Le storie di due beneficiari raccontate da Abuna Mario - Referente locale di progetto Abu Fadi:

 

Per arrivare a casa di Abu Fadi bisogna salire 76 scalini: date le scarse finanze in suo possesso, l’unica abitazione disponibile era sul tetto di un vecchio edificio fatiscente nella zona vecchia di Amman. Due stanze fredde e povere accolgono Abu Fadi, la moglie, e i suoi tre figli. Quando ci fa entrare nella prima stanzetta vediamo solo due letti e scopriamo che lui, la moglie ed il piccolo Fadi dormono per terra.

Abu Fadi alza il materasso di uno dei letti e ci mostra che in realtà è rotto, non ci sono doghe, ma solo una piccola asse su cui stendono la figlia più piccola. La sera, quando è ora di dormire stendono i materassi che vediamo appoggiati alla parete e ci dormono, coperti come meglio possono, ma il pavimento è gelido. Fa molto freddo d’inverno ad Amman, e il dono di una stufa e di una bombola del gas, riscalda per un attimo il cuore di tutta la famiglia. 

Nell’altra piccola stanza la figlia più grande ci prepara un buon caffe arabo e mentre lo gustiamo insieme, Abu Fadi ci racconta la fuga da Mosul. E’ notte quando arriva la telefonata di un amico musulmano che lo avverte che Daesh sta entrando nella città. Il tempo di prendere qualche cosa, avvertire qualche vicino e via in cammino verso il Kurdistan.

Abu Fadi non ha una macchina. 

Dopo due notti di cammino, un camion mezzo vuoto li raccoglie e li porta ad Erbil da dove poi arrivano in Giordania. Durante il racconto fa male vedere gli occhi dei ragazzi, tristi e ancora segnati dalla paura. Abu Fadi con gli occhi lucidi ricorda la sua chiesetta, la sua terra e la sua casa. Con la dignità di un contadino semplice e con il cuore grande ci dice che, Inshallah (se Dio vuole), un giorno tornerà nella sua terra. In questo momento aspetta solo di partire per un altro paese.

Grazie al contributo di Caritas Antoniana, stiamo cercando di rendere più umana e “normale” possibile la sua esistenza in questa attesa.

 

Raad

Il piccolo Raad aveva due anni quando in braccio al papà è dovuto scappare di notte da Qaraqosh per sfuggire alla violenza e alla morte.

Appena varchiamo la soglia della sua casa inizia a piangere e la mamma ci dice che quanto vissuto lo ha segnato a

tal punto che non vuole vedere nessuno “straniero”. Tutto il tempo della nostra visita resta girato dall’altra parte. La nonna ci

racconta della fuga con figlie e genero e di come abbiano vissuto diverse notti lungo la strada prima di essere ospitati in un container ad Erbil.

Sono le stesse storie di sofferenza di centinaia di migliaia di cristiani iracheni che in una notte di Agosto del 2014 hanno dovuto lasciare le loro case e la loro terra per salvare la propria vita, quella della loro famiglia, e la propria fede!

E’ difficile, quando si visita una famiglia, ascoltare nuovamente la stessa storia, ma ci accorgiamo che questo permette ai nostri fratelli di ritrovare un po’ di serenità e di speranza un po’ e speriamo che la nostra vicinanza ed il nostro affetto possano permettere prima o poi a Raad di girarsi dalla nostra parte e ritrovare la fiducia negli uomini più grandi.

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Project relation: 
Emergenza famiglie siriane e irachene in Giordania
Update date: 
Giovedì, 28 Aprile, 2016