A volte non occorre andare troppo lontano per fare del bene a tante persone, di tanti paesi diversi.
La storia di carità che vi raccontiamo oggi né è un esempio perfetto.
Siamo in Italia, a Comiso, nel ragusano, un piccolo centro avamposto di accoglienza in una terra di forte immigrazione. In tutta la provincia le famiglie provenienti da paesi stranieri, soprattutto nordafricani, sono tante e in continuo aumento.
Nel 2013 p. Biagio, frate minore conventuale di base a Comiso, contatta la Caritas Antoniana con un sogno nel cuore: ristrutturare parte del convento dei frati per trasformarla in luogo di incontro e formazione, per dare a queste persone un aiuto concreto e una chance per il loro futuro.
Caritas capisce l’importanza e la lungimiranza della proposta e gli aiuti partono subito: in meno di due anni un’ala del convento è convertita a sala polivalente con annesse aule scolastiche, laboratori e perfino una biblioteca. Viene creata una nuova entrata pubblica e installato un ascensore, investimento impegnativo, ma che consente proprio a tutti, anche anziani e disabili, di accedere alla struttura.
Nasce così un nuovo punto di riferimento per tutta la comunità.
Oggi, a distanza di alcuni mesi dalla conclusione dei lavori, il centro culturale – lo potremmo ormai definire così - è pienamente operativo, contando soprattutto sul lavoro di un gruppo di volontari con competenze che spaziano dall’insegnamento alla psicologie e alla pedagogia.
Interculturalità, accoglienza e integrazione sono i principi sui quali si fondano le attività organizzate.
Un corso di lingua e cultura italiana tenuto da un’insegnante italo-tunisina, perfettamente bilingue, a cui hanno già aderito 15 donne di provenienza tunisina, algerina e venezuelana, il doposcuola che accoglie quasi 30 bambini provenienti da ben nove paesi diversi e, sempre per i più piccoli, laboratori interculturali creativi: queste sono solo alcune delle iniziative avviate e destinate ad essere potenziate, proprio sulla base delle richieste che provengono giornalmente da tutta la provincia. Come i laboratori di arte tessile, con cui sono state formate dieci donne di Comiso e della vicina Vittoria nel corso del 2014 e che sono in ripartenza nei prossimi mesi.
E con tutto questo lavoro, ci confessa p. Biagio, non si è ancora riuscito a trovare il tempo di organizzare una vera e propria inaugurazione. Speriamo arrivi presto, magari per festeggiare il primo anno di vita della sala!