Oggi Papa Francesco incontra i popoli dell’Amazzonia e sprona tutti i credenti a fare la propria parte per difendere la grande foresta e i suoi abitanti. Un’occasione unica per ricordare che da molti anni i lettori del «Messaggero di sant’Antonio», tramite Caritas Antoniana, intervengono con progetti mirati in Amazzonia. A condurli idealmente nel cuore della madre di tutte le foreste sono alcuni missionari di confine, che danno anima e corpo per migliorare la vita dei poveri, per salvare la natura, per tutelare antiche culture.
Solo negli ultimi cinque anni i progetti realizzati sono stati nove, situati in tre dei nove Paesi che hanno in comune il territorio amazzonico: Brasile, Perù ed Ecuador. Diversi gli ambiti d’intervento: dall’ospedale al limite della foresta alla scuola di villaggio, dalla formazione professionale, alla costruzione di centri polivalenti per le comunità, dalla riforestazione al microcredito per l’avviamento di piccole imprese familiari, dalla potabilizzazione dell’acqua allo sviluppo agricolo. Piccole gocce in un mare immenso, che però testimoniano che la Chiesa è presente in Amazzonia, in un luogo che dovrebbe essere il centro del mondo per la sua biodiversità, le sue culture, il suo apporto fondamentale alla vita del Pianeta e invece è una periferia, che langue fuori dai riflettori, minacciata da affaristi senza scrupoli e da politici corrotti.
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